Giovedì 21 Novembre 2024 - 12:16

VERTENZA PORTO CANALE CAGLIARI: La CICT Chiede proroga, il MISE concede sei giorni per sciogliemento riserva applicazione DECRETO GENOVA ma ad oggi nessuna risposta è arrivata. 210 licenziamenti non sono la priorità nel tavolo del Ministro.

Comunicati Stampa

Comunicati Stampa / VERTENZA PORTO CANALE CAGLIARI: La CICT Chiede proroga, il MISE concede sei giorni per sciogliemento riserva applicazione DECRETO GENOVA ma ad oggi nessuna risposta è arrivata. 210 licenziamenti non sono la priorità nel tavolo del Ministro.
Comunicati Stampa - VERTENZA PORTO CANALE CAGLIARI: La CICT Chiede proroga, il MISE concede sei giorni per sciogliemento riserva applicazione DECRETO GENOVA ma ad oggi nessuna risposta è arrivata. 210 licenziamenti non sono la priorità nel tavolo del Ministro.

14 Ottobre 2019

“Occorre siglare subito l’accordo atteso dai lavoratori del Porto Canale perché, considerata l’imminente scadenza della procedura di licenziamento, non c’è più tempo per tergiversare”: 

lo chiedono Cgil e Cisl di Cagliari insieme alle categorie di Filt Cagliari  e Fit Sardegna, preoccupati per l’assenza di risposte da parte della Cict (Gruppo Contship Italia), che avrebbe dovuto sciogliere la riserva sulla percorribilità della soluzione avanzata al tavolo del Mise lo scorso 31 luglio, dodici messi di cassa integrazione sulla base del decreto Genova.

“Sono ormai scaduti anche i sei giorni di proroga concessi dal Ministero alla Cict – hanno detto i Segretari Confederali Carmelo Farci e Mimmo Contue di categoria, Massimiliana Tocco e Corrado Pani – ci aspettiamo quindi una convocazione a stretto giro da parte del MISE che, nonostante la crisi di governo, in questi giorni ha affrontato tante altre emergenze ma non sembra tenere nella dovuta considerazione quella del Porto Industriale di Cagliari”. 

 Nel corso dell’incontro del 31 luglio i Sindacati avevano rimarcato la necessità di avviare un confronto propositivo e fattivo in tempi rapidissimi che portasse a raggiungere l’obiettivo principale: evitare i licenziamenti, salvaguardare i livelli occupazionali e non disperdere la professionalità dei lavoratori mantenendoli all’interno del circuito porto.

 Purtroppo, fino a oggi nessuna risposta è arrivata da parte dell’azienda, e nessuna riunione a Roma è stata convocata: “Capiamo le difficoltà attuali del governo ma abbiamo atteso mesi per conquistare, dopo tante manifestazioni, scioperi, sit-in e incontri in Prefettura, un unico incontro ministeriale e adesso, pur apprezzando lo sforzo congiunto dei ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro nel trovare un ammortizzatore sociale confacente alla grave situazione, riteniamo inaccettabile che non vigilino sugli sviluppi della vertenza, e non venga riconvocato il tavolo dopo l’assenza di risposte da parte dell’azienda”. 

 I sindacati denunciano quindi la scarsa attenzione da parte del Mise, al quale sollecitano anche un impegno sulle azioni da intraprendere per rilanciare il Terminal di Cagliari: superare i vincoli inutili e le storture burocratiche che oggi ne impediscono lo sviluppo. “Purtroppo – aggiungono i Segretari– abbiamo registrato quasi un senso di fastidio quando, nel corso dell’incontro a Roma, abbiamo segnalato l’urgenza di far partire la zona franca, favorire la fiscalità di vantaggio e rendere subito operativa la Zona Economica Speciale in attesa che il porto riprenda le proprie attività, entro il periodo nel quale, si spera, verrà attivata la cassa integrazione”. 

 In ogni caso, indipendentemente dalla decisione del Gruppo Contship, i Sindacati chiedono al Presidente della Regione Cristian Solinas che intervenga sia con l’Azienda che con  il Ministro Di Maio per ottenere subito una convocazione al Mise, “con l’obiettivo di risolvere positivamente questa vertenza ed evitare quello che si sta trasformando nell’ennesimo schiaffo alla dignità dei lavoratori sardi”.

Nella foto il Segretario Regionale della FIT CISL Corrado Pani, il Segretario Generale della CISL di Cagliari Mimmo Contu e il coordinatore Reg.le porti FIT Raffaele Loddo

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