14 Gennaio 2015
Buongiorno.Un saluto particolare ad Annamaria e a tutti i partecipanti a nome della FIT della Sardegna. E soprattutto un augurio di buon lavoro per l’impegno che ha assunto e il tanto lavoro che ha da fare.
Da parte del Segretario dei trasporti è comprensibile aspettarsi un intervento che presenti le innumerevoli e irrisolte problematiche del settore in Sardegna.
E’ un’impresa ardua riuscire anche solo con brevi cenni, in un intervento di 10 minuti, a snocciolare il rosario delle incompiute e della drammatica e sgovernata situazione dei trasporti in Sardegna.
Proverò a fare solo qualche accenno, come promemoria per l’agenda per il nuovo anno, sui titoli e alcuni dati dei disastri di questi ultimi anni, perché per ognuno di questi temi sarebbe necessario un approfondimento e una specifica trattazione.
L’elencazione aiuta sicuramente a capire il perché in Sardegna le aziende chiudono e per le nuove mancano le precondizioni per ipotizzare un rilancio industriale. E’ certamente assodato che l’efficienza dei trasporti e il costo dell’energia sono alla base di ogni ipotesi di politica di sviluppo industriale.
A questo proposito cito spesso, perché è emblematica, la storia dell’Equipolimer di Ottana, acquistata dalla multinazionale Indorama che produce plastica, Coca Cola per intenderci. Accordo tra azienda, Governo e Regione per trasporto su ferro, accesso al credito, energia.
Ma non sarebbe indice di serietà se, oltre a elencare i disastri e le responsabilità politiche che hanno causato l’attuale disastrosa situazione dei trasporti, non ci interrogassimo se il sindacato, se la CISL, se la FIT ha le carte in regola, e se ha avviato un percorso di rinnovamento, e ha messo in campo tutte le energie necessarie ad avviare quel cambiamento necessario a mettere l’organizzazione nelle condizioni di rispondere adeguatamente alle nuove sfide che, il mondo del lavoro e dei lavori che cambiano, pongono al sindacato.
Veniamo ai principali titoli della nostra agenda, sperando non si tratti di titoli di coda di un pessimo film.
Trasporto Marittimo
Il rosario dei disastri dei trasporti non può non partire dal penoso naufragio dell’esperienza autarchica, come direbbe Nanni Moretti, della flotta sarda. Varata in pompa magna dalla giunta Cappellacci con la modica cifra di 11 milioni di soldi dei sardi affidati alla Saremar , società marittima sarda, per contrastare il cartello creato dalle compagnie di navigazione – Tirrenia compresa, finanziata con 72 milioni l’anno di soldi dei Sardi! – che, con tariffe da strozzinaggio, ha strozzato il turismo, crollato del 30%, una delle più importanti fonti di guadagno della Sardegna.
Ora la cura adottata si è rivelata peggio del male che intendeva curare, con il fallimento della Flotta a quattro Mori e con la Saremar finita in amministrazione controllata per evitare il fallimento, per la richiesta dell’Ue della restituzione dei contributi pubblici ricevuti.
E’ notizia di questi giorni l’acquisto da parte di un armatore privato della Tirrenia, a chiudere il quadro con le realizzazione di un pericolosissimo monopolio della continuità territoriale marittima di merci e persone, di fatto affidato agli umori di un imprenditore !
Trasporto Aereo
Il dramma dei 1600 licenziamenti di Meridiana riempie i giornali ormai da mesi e non è dato sapere quale sia il futuro della seconda compagnia aerea italiana.
La risposta della politica è stata reticente e blanda, tiepida, quasi distratta.
Molto più attenta nell’alimentare con 40 mln di euro regalati dalla Sardegna alle lowcost che hanno continuato a produrre utili in assenza di regole e foraggiate dalla Regione a discapito delle compagnie tradizionali.
3 società di gestione dei 3 aeroporti con 3 cda 3 presidenti ecc. ecc., poltronificio almeno per le 2 di proprietà pubblica.
Sarebbe troppo chiedere di avere un’unica cabina di regia per la gestione degli aeroporti della Sardegna, che specializzi le tre porte di accesso della Sardegna, che invece di farsi concorrenza aumentino l’offerta ?
Trasporto Pubblico Locale
Del TPL diamo solo alcuni ma significativi numeri.
La mobilità a carico del bilancio regionale su gomma è affidata a 5 aziende pubbliche e 55 aziende private.
Sui 58 milioni di km/anno, 38 milioni sono affidati all’ ARST, 12 mln al CTM di Cagliari, e 5mln ATP di Sassari, i rimanenti 4 milioni sono divisi in 58 aziende.
Il bilancio regionale 2015 prevede di destinare al TPL 327mln, con un taglio sul budget preventivato di 140mln. Se consideriamo che l’incidenza del costo del personale nelle aziende di TPL impatta per circa il 57%, significa che per pareggiare i conti si avrebbe un taglio, oltre ovviamente di servizi di trasporto, di circa 2000 dipendenti.
Possiamo aggiungere a titolo informativo che l’ARST chiuderà il bilancio 2014 con 2,3 milioni di euro di interessi passivi pagati alle banche e ai fornitori per il mancato risanamento dei crediti vantati nei confronti della Regione: parliamo di soldi che arrivano dalle tasse dei sardi.
Degli ambiti ottimali per ridurre il numero di aziende del Tpl, occasione unica per ridurre i costi a vantaggio di migliori servizi al cittadino, non abbiamo traccia.
Trasporto Ferroviario
Anche in questo caso è meglio far parlare i numeri.
I ferrovieri sono passati in 20 anni da 4000 a poco meno di 800.
Trenitalia percorre ogni anno 3,5 mln di km e riceve 40mln dalla regione per un servizio indecente:
oltre 4 ore per collegare Cagliari a Olbia e 3 ore e mezza per Sassari.
Ogni giorno viaggiano 179 treni nei giorni feriali, 161 il sabato e 104 la domenica, in un mese vengono mediamente soppressi 150 treni e quotidianamente tra i 20 e i 40 treni hanno un ritardo tra i 15 e i 30 minuti e oltre.
Ci sono giornate dove su 170 treni viaggianti, 30 vengono soppressi e 40 treni sono in ritardo.
Ma il dato più significativo che testimonia l’interesse dei politici sardi per le ferrovie è che la Sardegna :
Unica regione senza elettrificazione
Unica regione senza doppio binario
Unica regione senza trasporto merci su ferro
Il super treno spagnolo è parcheggiato in stazione da 173 giorni e se anche fosse collaudato e operativo non avrebbe risolto il problema.
ANAS
3650 km di strade (450 a 4 corsie), 217 addetti all’esercizio, 2800 euro/km assegnati per la manutenzione ordinaria contro i 9000/km del Piemonte.
AMBIENTE: piano regionale per il ciclo dei rifiuti, appalti per ambiti ottimali
PORTI : un lungo elenco di problemi irrisolti.
Quale Sindacato vogliamo essere.
Se questo è il quadro di riferimento dobbiamo chiederci se il sindacato, la CISL, la FIT, ha messo in campo tutte le energie necessarie ad avviare quel cambiamento indispensabile per rispondere adeguatamente alle nuove sfide che, il mondo del lavoro e dei lavori che cambiano, ci pongono.
La CISL è sempre stato un sindacato che ha precorso i tempi e ha anticipato il cambiamento e, anche in questo caso, Raffaele Bonanni ha lasciato un’eredità importante e impegnativa coinvolgendo gli organismi a tutti i livelli per adeguare la nostra organizzazione ai tempi che cambiano.
Diventa il cambiamento che vuoi essere” Mahatma Gandhi
Abbiamo il dovere di chiederci se ci sentiamo coinvolti direttamente e personalmente nel cambiamento che ci viene richiesto o se, come sempre più frequentemente succede, siamo fermamente convinti della necessità di cambiare, ma …”non nel mio cortile” come dicono gli americani (NIMBY Not In My Back Yard).
Dobbiamo avere il coraggio e la generosità di favorire il rinnovamento, di favorire il ricambio generazionale di immettere linfa nuova .
Ma per farlo è necessario ricordare chi siamo e da dove veniamo.
Noi siamo nati per essere un sindacato del rinnovamento e delle riforme, non della conservazione e dell’esistente. Per questo c’è già un’altra organizzazione che si occupa con cura, meticolosità e assiduità di mantenere l’esistente e rifiutare qualsiasi innovazione.
Noi dobbiamo avere il coraggio di andare controcorrente, risalire la corrente come i salmoni, evitare di fare il tonno in scatola: non possiamo permetterci di fare le zattere trascinate dalle correnti o, peggio, diventare zavorre che rallentano la navigazione.
Ma i salmoni risalgono la corrente per depositare le uova (come ha precisato Anna Maria) e terminato il compito muoiono per dare vita alle nuove generazioni.
“Una società cresce e diventa grande quando gli anziani piantano alberi
alla cui ombra sanno che non potranno sedersi”
(Proverbio greco)