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CRISI AL PORTO CANALE DI CAGLIARI

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Comunicati Stampa - CRISI AL PORTO CANALE DI CAGLIARI

1 Giugno 2018

LA ITERC DICHIARA ESUBERI PER 20 PERSONE. PANI: “MANTENERE INALTERATI I LIVELLI OCCUPAZIONALI”

“Quella della Iterc è una situazione molto complicata e delicata”. Così il segretario regionale Fit-Cisl Corrado Pani commenta l’incontro avuto ieri insieme alle altre OO.SS. con il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna Massimo Deiana, sulla vicenda che riguarda la società che che si occupa di rizzaggio e derizzaggio dei container nel Porto canale di Cagliari. “Questo ennesimo scenario che coinvolge i  55 lavoratori portuali della Iterc – da 12 mesi in regime di cassa integrazione Ordinaria – è figlio di una crisi del traffico container che ha colpito il terminal di Cagliari già dall’anno scorso. I 450 mila movimenti del 2017 (poco meno del 50% rispetto al 2016) erano un chiaro segnale che qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Quest’anno, se le cose non prenderanno una direzione diversa, non si arriverà forse neppure ai 350 mila. È per questo motivo che la Iterc, a margine di un incontro avvenuto la settimana scorsa con il presidente Stara, ha dichiarato 20 esuberi e se non si troveranno soluzioni alternative entro il 30 giugno, dovrà licenziare”.

Uno scenario fosco, che ha portato al sit-in di una trentina di dipendenti davanti alla sede dell’Autorità portuale. “L’incontro di ieri mattina è stato propositivo. Il presidente Deiana ci ha manifestato la volontà e l’impegno di intercedere quanto prima con l’impresa Iterc e il terminalista Cict affinché si sappia entro metà giugno quali siano i reali intendimenti delle imprese, dichiarando un possibile ritorno di traffico che il terminalista starebbe cercando di portare con la chiusura di alcuni contratti. Se è vero che le Zes e la Zona Franca gioveranno alla nostra regione e all’area vasta di Cagliari, è anche pur vero che siamo una delle regioni – come Sicilia e Puglia – ancora indietro nella chiusura dell’iter e di tempi rapidi per avviare il tutto non si è mai parlato. Come CISL Trasporti abbiamo espresso la nostra perplessità nel dover ricorrere ancora una volta ad altri ammortizzatori sociali (sempre che ci sia la fattibilità), perché la situazione economica dei lavoratori è già abbastanza allarmante, tenuto conto che l’organico è composto da più del 50% di lavoratori con contratto part-time.

Riteniamo sia necessario fare sistema, ma soprattutto suggeriamo un ulteriore sforzo di grande responsabilità da parte delle imprese nel mantenere inalterati i livelli occupazionali; sono lavoratori con grande professionalità e di esperienza che hanno dato tanto al porto e che potranno dare ancora di più dovendo riprendere il traffico container”.

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